Ricordo bene il mio primo approccio con il regista greco Yorgos Lanthimos, perché
The lobster era uno dei film di cui avevo atteso con più impazienza l'uscita in sala nel 2015. Fu una grande delusione: il grottesco di cui era intriso mi sembrò studiato a tavolino, addomesticato, e totalmente privo della carica disturbante che contraddistingue le opere autenticamente grottesche. L'operazione di Lanthimos consisteva fondamentalmente nel prendere l'insieme di regole che di norma sta alla base dei rapporti tra esseri umani, sostituirlo con un altro codice del tutto assurdo e tuttavia dotato di una sua coerenza interna (nel mondo
M ogni persona
X ha il dovere sociale di stabilire una relazione con un'altra persona
Y entro un tempo massimo
t, pena la trasformazione nell'animale
K) e sviluppare una storia "classica" sulla base dell'impianto così definito. Su di me non funzionò: non mi riuscì di accettare una premessa così assurda e schematica allo stesso tempo, e finii per estraniarmi fin da subito.
Sulla scia del successo ottenuto da Lanthimos con
The lobster, nel periodo natalizio è finalmente approdato nelle sale italiane questo
Alps, più di cinque anni dopo la sua presentazione al festival di Venezia del 2011. In effetti capita sempre più spesso che un film giudicato commercialmente troppo rischioso e dunque ignorato dai distributori italiani al momento della sua release internazionale goda di una distribuzione tardiva qualora opere successive dello stesso regista ottengano il favore del pubblico, oppure in concomitanza con altri eventi che ne favoriscano la popolarità. È la sorte toccata al thriller
Tom à la ferme di Xavier Dolan, uscito al cinema soltanto dopo il grande successo di critica e botteghino di
Mommy. ma anche a
Synecdoche, New York di Charlie Kaufman, del lontano 2008, distribuito in seguito alla morte dell'attore principale Philip Seymour Hoffman avvenuta nel 2014.
Fin dalle prime scene di
Alps si ha la sensazione che qualcosa sia fuori posto. Un inflessibile insegnante di danza propina ad una sua giovane allieva una coreografia basata sulle note dei Carmina Burana, non ritenendola ancora pronta per danzare un pezzo pop. Lei tenta di protestare, ma di fronte all'inamovibilità del maestro finisce per desistere con un'arrendevolezza sconcertante: «Chiedo scusa, sei il miglior maestro del mondo!» La scena successiva, apparentemente scollegata, si svolge a bordo di un'ambulanza, dove un'infermiera (che diventerà il personaggio principale) sta chiedendo ad una ragazzina in punto di morte quale sia il suo attore preferito: è forse Johnny Depp? o magari Brad Pitt? vista la criticità delle sue condizioni, non potrebbe fornire una risposta con un leggero cenno del capo?