Nel futuro, il Ministero del Piacere tiene in grande considerazione l'opinione del viaggiatore alieno che tra un viaggio intergalattico e l'altro fa sosta nella stazione aeroportuale terrestre; è comprensibile quindi che i suoi funzionari si adoperino con ogni mezzo per soddisfare i suoi bisogni carnali, così che egli possa conservare un ricordo piacevole del nostro pianeta. Un catalogo delle bellezze nostrane aiuterà il fugace ospite nella scelta dell'articolo con cui trascorrere la notte nell'attesa del prossimo volo.
Ed ecco un alieno piuttosto attraente, di sesso maschile, colore europeo, livello di radioattività normale. La sua scelta ricade su un eccellente articolo di sesso femminile, colore sovietico, livello di radioattività normale o perlomeno uguale al normale. Peculiarità dell'articolo: bellezza sensuale. Tutto sembra in ordine, l'accoppiamento può avere inizio. Ma ecco che qualcosa si inceppa: l'articolo non parla, il cliente non si eccita. D'altronde non è la parola la specializzazione di questo esemplare. Il cliente sporge reclamo: in via eccezionale gli sarà consentito il lusso di una seconda scelta. Opta per un articolo meno sensuale, sempre di sesso femminile, abito a sbuffi, colore europeo, livello di radioattività più che normale. Peculiarità: seduzione verbale. Il cliente non potrà restare insoddisfatto: l'articolo viene dalla Capitale Letteraria, conosce a memoria tutte le parole dell'amore, l'eccitazione è assicurata. Eppure anche questa volta qualcosa non funziona, il cliente non si eccita. Colpa della specializzazione integrata, diritto inalienabile conquistato in anni di lotte: l'amore è un servizio che viene erogato stimolando un senso per volta...
Delirante e divertentissimo questo corto di Godard del 1966, ambientato in un imprecisato futuro in cui l'amore è diventato un'operazione artificiosa e scomponibile. L'ambientazione futuristica è suggerita dalle parole e dai suoni più che dalla scenografia o dai costumi; l'alieno è un uomo dall'aspetto normalissimo, anche se un po' glaciale, ma è la sua parlata "a scatti" a distinguerlo dagli esseri umani ("mer-cicom-missaire"). Sia nello spazio pubblico dell'aeroporto che in quello privato della camera da letto riecheggia un irrealistico stridore metallico di macchinari, mentre la voce orwelliana di un'automa femminile (ci va l'apostrofo oppure no?) ripete con tono monocorde frasi nominali dal significato opinabile.
Godard si diverte a scomporre l'amore nelle sue particelle elementari con la curiosità dispettosa di un bimbo che smonta il suo giocattolo preferito. Così come ne Il disprezzo (1963) aveva ridotto il corpo della divina Brigitte Bardot a un assai poco eccitante collage di membra che nulla conservavano dell'infinitamente superiore "tutto" da cui provenivano, allo stesso modo qui sottopone a intervento chirurgico il meccanismo della seduzione, mandando a monte ogni possibile fantasia erotica. In effetti i tentativi dei nostri protagonisti - l'alieno e l'affabulatrice - di trovare la formula dell'eccitazione sembrano destinati al fallimento, almeno fino a quando, contravvenendo alle regole del Ministero, non "inventano" il bacio, assegnando così alla bocca, organo fino a quel momento deputato soltanto alla parola, la funzione rivoluzionaria di stabilire un contatto corporeo oltre che verbale, previa rotazione dei cranî onde evitare la collisione dei nasi. Se non suona sexy, è perché non lo è.
Il Grande Fratello rileva immediatamente l'anomalia e non la prende benissimo. Viene dato l'allarme, scatta la caccia ai trasgressori, ma ormai è troppo tardi, lampi di colore attraversano lo schermo bianco e nero, i corpi si avvinghiano, la rivoluzione ha inizio.
Il pelo nell'uovo. Nella fase preliminare della seduta amorosa l'affabulatrice pizzica i denti di un enorme pettinone sonoro, anticipando la trasgressione alla regola della specializzazione integrata.
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